La notizia della scomparsa di Michela Murgia è arrivata ieri sera, non inattesa ma nondimeno dolorosa.
Per noi è stata una figura di riferimento nel panorama nazionale italiano, non particolarmente ricco di intellettuali genuinamente indipendenti e coerenti con le proprie idee.
Michela Murgia ha raccontato anche la nostra generazione, identificando e raccontando i dilemmi del nostro tempo. Sin dall’inizio, quando fu tra le prime a raccontare un mondo del lavoro fatto di precarietà, improvvisazione e sfruttamento.
Il suo romanzo “Il mondo deve sapere”, divenuto poi il film di Virzì “Tutta la vita davanti“, ha rappresentato una sorta di manifesto e un esempio in negativo di un modo del lavoro del quale non volevamo fare parte.
È stato bello incontrare Michela sul set di “Raccontarsi, storie di fioritura“, un progetto che abbiamo realizzato con Tlon e Diversity. Abbiamo trovato una persona sincera, disponibile, molto attiva ed estremamente assertiva.
Soprattutto ci ricorderemo del suo strabordante carisma: quando Michela Murgia entrava in una stanza, era impossibile non accorgesene, qualcosa cambiava nell’aria, come succede a volte con i grandi… e solo con quelli veramente grandi.
Vogliamo ricordarla così, un po’ spettinata ma lucida e appuntita come una freccia di ossidiana.
Ciao Michela.